di Giuseppe Aieta
Il dibattito che si è aperto sulla sanità – al di là di qualche inopportuna dichiarazione di cattivo gusto, di qualche caduta di stile e di qualche fuga in avanti – tiene conto, finalmente, di un disegno strategico e di una visione che il Commissario dell’Asp, Gianfranco Filippelli, con propria delibera ha sancito iniziando così una discussione che non è più tra Paola e Cetraro, ma tra i cittadini – tornati al centro delle scelte sanitarie – e il loro diritto alla salute. Quello del Commissario Filippelli è un atto che affronta con coraggio i nodi cruciali che in questi ultimi anni hanno segnato in negativo sul Tirreno Cosentino la riorganizzazione sanitaria pensata dai passati governi regionali con scelte improponibili e fuori da ogni logica. Dopo più di 10 anni ci troviamo finalmente di fronte ad un atto deliberativo dove trovano soluzione alcune questioni aperte di grande rilevanza sociale su cui non abbiamo mai smesso di porre l’attenzione dovuta e l’impegno necessario mai facendoci irretire da logiche paesane e di campanile. La riapertura di fatto degli ospedali di Praia a Mare e Trebisacce come ospedali integrati di confine, restituisce a quei territori il diritto sacrosanto di usufruire di un servizio sanitario capace di assicurare assistenza qualificata continuativa anche nei casi di emergenza restituendo serenità e garanzie a comunità ingiustamente mortificate in questi anni nei propri diritti essenziali. Inoltre, grazie al provvedimento del Dr. Filippelli sarà possibile contenere quella migrazione sanitaria che come è noto ha un costo pesante per la nostra Regione. Sia la scelta di attivare gli ospedali di confine che quello di puntare sulla creazione di un Polo Oncologico di eccellenza nel Presidio Ospedaliero di Paola vanno entrambe verso la stessa direzione ovvero trovare soluzioni che possano dare contemporaneamente qualità e capacità di contenimento della spesa sanitaria. La patologia tumorale, peraltro in crescita sul nostro territorio, rappresenta un costo sociale ed economico insopportabile per questa regione essendo uno dei DRG più sottoposti a migrazione extraregionale, per cui puntare sulla scelta strategica di riqualificare il presidio Ospedaliero di Paola come polo Oncologico integrato nella rete, nel momento in cui abbiamo dovuto subire la chiusura del Tommaso Campanella, si rivela una scelta certamente lungimirante anche in termini di umanità verso pazienti costretti al disagio della migrazione. Infine non posso che esprimere il mio riconoscimento al Commissario per avere centrato la questione principale. La riorganizzazione dello Spoke Cetraro-Paola con la dovuta differenziazione di funzioni tra i due stabilimenti assicura, finalmente, a questo territorio un sistema dell’emergenza razionale, efficiente e coeso che mette realmente in sicurezza la salute dei cittadini e infine, dato non trascurabile, crea le condizioni per una proficua sinergia tra i centri privati locali con le loro eccellenze ( vedi Emodinamica presso la Clinica Tricarico) e le strutture pubbliche in una logica non più di contrapposizione competitiva ma di reale complementarietà a tutto vantaggio dei cittadini che restano lo scopo principale del nostro impegno politico. Nella formulazione della delibera dell’Asp non si è ragionato da burocrati ma da professionisti che conoscono il territorio ed a questo si vuole dare risposte.
In questo ha ragione il Prof. Ettore Jorio, Docente di Diritto Sanitario all’Unical, quando afferma che “per fare ciò che serve per riportare l’assistenza sanitaria calabrese (ma anche Campana & C) a livelli qualitativi accettabili ci vuole conoscenza concreta e particolareggiata del territorio e delle sue componenti socio-economiche. Un obiettivo che è raggiungibile solo utilizzando le migliori intelligenze …… un modo per fare il contrario di ciò che si è fatto, supponendo di importare i “geni” da altrove, così come se fossero giocolieri brasiliani, salvo dimostrare qui il loro essere brocchi”.
La Delibera del Commissario, infine, nel suo impianto generale e nella visione d’insieme, per la prima volta, da 10 anni a questa parte, non ha risentito dell’ingerenza di quella politica rozza che pensa solo al destino dei singoli trascurando il diritto dei molti. La politica è stata lontana e nessuno può millantare credito offendendo l’intelligenza e il lavoro altrui, in primis del Commissario e del suo qualificato team, che hanno lavorato in una situazione drammatica ereditata in questi anni. Chi si avventura in proclami deve sapere che la strada è ancora lunga ed impervia per cui credo che solo la caparbietà e la competenza del Presidente Oliverio unitamente ai Sindaci e alla politica che vuole costruire e non abbaiare alla luna potranno determinare il definitivo affrancamento della sanità dalla logica dei “padrini e dei compari” dando a questo territorio la speranza che anche in Calabria è possibile. Credo che il contributo che potranno dare partiti, movimenti, associazioni non debba limitarsi a rivendicare pezzi di reparti ma, al contrario, mettere in campo una visione che tenga conto dei tre stabilimenti ospedalieri sul Tirreno unitamente alle cliniche private e alle strutture socio- sanitarie.