Raccogliere i frutti dopo la semina è un piacere immenso, specie se si è scelto il terreno migliore, in questo caso i giovani, i giovani calabresi. Spiace vedere che chi ha curato il campo per tutto il tempo ora debba restare a guardare altri che riempiono i cesti a piene mani.
Leggo da una nota di Coldiretti Calabria che in questo difficile 2020, in piena emergenza Covid, c’è stato un aumento di oltre il 6% di giovani imprenditori insediati in agricoltura, rispetto a cinque anni fa. I numeri non mentono mai. L’analisi è stata condotta sulla base delle iscrizioni al registro delle Imprese di Unioncamere relative al settembre 2020.
I nostri ragazzi sono tornati alla terra, allontanandosi dall’industria e dal commercio. Vuol dire che ci avevamo visto lungo, che Oliverio ci aveva visto lungo.
Uno degli obiettivi della precedente amministrazione è stato proprio quello di puntare su agricoltura e giovani. In tale direzione sono state destinate risorse importanti attraverso due appositi bandi. Il primo di essi ha consentito il finanziamento di oltre 1200 progetti proposti da altrettanti giovani che hanno deciso di impegnarsi e di investire nel settore dell’agricoltura in Calabria.
Migliaia sono state le domande di altrettanti giovani sul secondo bando pubblicato nel 2019. Un’operazione lungimirante e concreta, lontana mille miglia dal blablabla quotidiano sui giovani che ha contribuito, non poco, ad innestare un processo virtuoso e ad offrire opportunità per tanti giovani in un settore come quello dell’agricoltura che ha grandi potenzialità produttive ed ha necessità di un ricambio generazionale.
I risultati dell’impegno dell’amministrazione Oliverio sono incastonati nelle cifre (fonte “Agea Coordinamento – Agenzia per le erogazioni in Agricoltura”): al 31 dicembre del 2019, la percentuale di realizzazione dei progetti è stata del 50.36%, questo ha collocato la Calabria in cima tra le regioni del Mezzogiorno più virtuose sul piano dell’avanzamento della spesa effettivamente sostenuta sul Psr 2014/2020 – fondo Feasr (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) e quarta regione d’Italia dopo Bolzano, Veneto e Trento.
In poche parole: al 31 dicembre 2019, la Calabria ha centrato l’obiettivo al 100% e parliamo di oltre 548 milioni di euro erogati e per il 2020 l’avanzamento finanziario registra ad oggi una percentuale di realizzazione della spesa pari già al 74,9%.
Cosa significa? Significa distinguere tra spendere e programmare. La spesa è qualcosa di immediato, quasi compulsivo, è di effetto, senza dubbio, ma sul breve periodo: si prendono dei fondi e si spargono ma senza avere un’idea precisa.
Dove porta questo modus operandi è facile da prevedere: in uno stop inevitabile, in un congelamento fisiologico. Quindi in un lavoro gettato al vento.
Programmare, al contrario, richiede più tempo, più studio e una certa attesa per vedere risultati reali, che saranno duraturi, perché solidamente sorretti da una prospettiva. Ma ci vuole tempo.
Ancora un piccolo passo indietro: nel 2019 sono stati ben 1200 i giovani nuovi imprenditori nel settore agricolo che hanno trovato la loro strada durante l’amministrazione Oliverio, 200 in più rispetto all’obiettivo di 1000 che ci si era posto, e che hanno potuto accedere ai bandi con procedure più snelle, semplificate e trasparenti.
Oggi si raccolgono gli applausi per l’ottimo raccolto di una semina intelligente realizzata, negli anni scorsi, con determinazione e sovente con l’opposizione di quanti oggi, magari, non esitano indebitamente a presentarsi come fautori e protagonisti di questi risultati positivi.